LA NOSTRA STORIA (9)

Il 14 luglio 2017 Stefano Sardara annuncia che Cagliari, attraverso una società battezzata Dinamo Academy, giocherà in A2. Il presidente di questo neonato sodalizio, che riporta la “cadetteria” a Cagliari dopo 37 anni, è Giovanni Zucca, numero uno dell’Esperia. La squadra, dopo il no di Zare Markovski, viene affidata a Riccardo Paolini, storico coach di Pesaro: tornano gli yankee, si chiamano Marcus Keene e DeShawn Stephens. La Academy, sponsorizzata dai fratelli Cellino, esordisce in A2 vincendo a Cagliari contro Biella. Si è ufficialmente aperta, il 30 settembre del 2017, una nuova (ma brevissima) era: la Sardegna, che ha anche la Accademia Sestu in B, è rappresentata a tutti i massimi livelli della pallacanestro maschile (più le solite quattro squadre nella A2 femminile). I “Pirates” di Sestu altro non sono che la rifondazione della vecchia Russo che, stanca del freddo disinteresse di Cagliari, si trasferisce nell’hinterland dove trova le strutture e lo slancio per ottenere la promozione in B nel 2016, un’avventura che durerà solo due campionati. Ma è Sassari che fa parlare ancora tutta Italia: tra il triplete del 2015 e la nascita della “Dinamo Sud” ne sono successe di cose. Soprattutto una: il 21 novembre del 2015, neanche cinque mesi dopo la conquista dello scudetto, Sardara esonera Sacchetti. La notizia è una bomba che esplode fragorosamente in tutta Italia, ma in Sardegna è quasi annunciata perché era risaputo che i rapporti tra i due fossero già logori ancor prima della conquista dello scudetto. Anzi, presidente e coach erano pronti a separarsi, poi il destino ha voluto scherzare con loro: la partecipazione ai playoff partendo dal quinto posto sembrava una pura formalità, c’erano tutte le avvisaglie di una precoce eliminazione, e invece è ben noto come sono andate a finire le cose. Lo scudetto è diventato così un cerotto, troppo piccolo per ricomporre una ferita ormai insanabile. Sacchetti viene sostituito da Marco Calvani, che però dura poco: al suo posto viene ben presto promosso il general manager Federico Pasquini che in due anni e mezzo conquista solo una finale di Coppa Italia, persa con Milano a Rimini nel 2017. Neanche l’arrivo di Vincenzo Esposito scuote una squadra, senza più una sua identità, che sta pagando un prezzo salatissimo al peso dei trionfi. Sardara se ne inventa un’altra delle sue: divorzio con Esposito e squadra affidata a Gianmarco Pozzecco, un coach dimenticato da tutti, esule nell’isola di Formentera. Il Poz riapre il libro dei sogni: in poco più di un anno solare arrivano una coppa europea, una finale scudetto (persa alla bella con Venezia) e una Supercoppa. Ma, nel frattempo, Sardara deve prendere atto che Cagliari non ne vuol sapere della Academy, che chiude i battenti. Chissà se Cagliari dovrà aspettare altri 37 anni per rivedere la A2.